Policy aziendale, il Codice Etico
Plastic Jumper non è un fornitore di software.
È un partner per il Terzo Settore e la Pubblica Amministrazione: accompagna le organizzazioni nella gestione, le alleggerisce con strumenti digitali e le aiuta a crescere.
Mentre altri vendono soluzioni standard, noi costruiamo collaborazioni orizzontali.
Significa che chi lavora con noi non resta mai solo davanti alla complessità: trova un team che ascolta, traduce i bisogni e crea strumenti concreti.
Codice Etico di Plastic Jumper
1. Trasformazione Digitale Responsabile
Per noi la tecnologia ha senso solo se è inclusiva, sicura e utile.
Hydra, Fedro Suite, Pandora: sono piattaforme nate da anni di ricerca e vita vissuta dentro le organizzazioni.
Backup automatici, accesso da ogni device, interfacce semplici: la digitalizzazione è reale solo se libera tempo ed energie a chi la usa.
2. Sport e tempo libero come valore sociale
Crediamo nello sport come collante e nel tempo libero come spazio di comunità.
Per questo sosteniamo federazioni e associazioni con Hydra, che semplifica tesseramenti e comunicazioni.
E con Fedro Suite aiutiamo i Comuni a gestire spazi pubblici che diventano luoghi di incontro.
Non è teoria: molte persone del nostro team hanno fondato associazioni o ne animano la vita ogni giorno.
3. Impegno nel Non-Profit
Il Terzo Settore è la nostra casa.
Hydra è il gestionale scelto da reti nazionali come ARCI: gestisce soci, libri sociali, bilanci RUNTS, trasparenza L. 124.
Ma non basta il software: aiutiamo le organizzazioni a digitalizzarsi, a cercare bandi, a trovare risorse.
Così i progetti non restano idee, ma diventano impatto sociale.
4. Giovani e formazione
Investire sui giovani non è opzionale.
Con Fedro Suite sosteniamo scuole e Pubblica Amministrazione, con moduli come Informagiovani.
Con progetti come Divento e Valeria diamo strumenti a ragazzi, madri e famiglie per crescere con opportunità reali.
Conclusione
Plastic Jumper è nato 25 anni fa e continua con lo stesso spirito: innovare senza perdere di vista l’etica.
Perché la tecnologia è un mezzo, non un fine.
E se usata bene, diventa un ponte: tra persone, associazioni, comunità.
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